Articoli teoriAperta

Un punto di vista integrativo relazionale (Paul Wachtel)

A cura di Mariangela Lanfredi.

Questo articolo descrive un particolare approccio relazionale che l’autore ha chiamato psicodinamica ciclica che affonda le sue radici sia nella psicoanalisi relazionale sia nel tentativo di integrare i contributi delle terapie cognitivo-comportamentali, sistemiche e umanistico-esperienziali. Centrale in questa struttura teorica è il focus sui circoli viziosi e virtuosi che perpetuano (o contribuiscono a modificare) i pattern di personalità che possono essersi originati in infanzia e che tendono a persistere nel tempo. Infatti, il mondo interno e il comportamento reale del paziente contribuiscono a generare dei feedback da parte degli altri che servono a farli continuare. Di conseguenza la base relazionale della terapia psicodinamica ciclica pone enfasi sull’importanza sia della relazione terapeutica nello studio dell’analista sia delle relazioni al di fuori di quella stanza, poiché esse giocano un ruolo cruciale nel mantenimento o cambiamento dei pattern problematici per i quali la persona è venuta in terapia.  L’importanza della relazione non è quindi solo un agente terapeutico di per sé ma anche un mezzo per ottenere la collaborazione e attiva partecipazione del paziente nelle esperienze fuori dalle sedute.

Come spiega il costruttivismo, da un punto di vista epistemologico, noi comprendiamo la realtà attraverso un filtro, costruendo le percezioni e conoscenze che acquisiamo. Allo stesso modo, secondo l’autore, non è possibile vedere il paziente separato dal suo contesto di osservazione. Il terapeuta contribuisce a quello che emerge durante la sessione, si tratta di una co-costruzione. Quando ad esempio il terapeuta è in silenzio, risponde a una domanda con una domanda, o “interpreta” può essere molto lontano dall’essere “neutrale”, infatti in alcuni contesti stare in silenzio o non rispondere a una domanda può essere un gesto provocatorio. Quello che si osserva non è completamente diverso da quello che vedrebbe un’altra persona, ma è comunque quello che si vede dal nostro punto di osservazione, che non può essere eliminato. In questo senso, diversi orientamenti, psicoanalitico/relazionale da una parte e cognitivo-comportamentale dall’altra, hanno in comune molto di più di quello che si pensi.

Una caratteristica chiave del punto di vista della psicodinamica ciclica, che tenta  di riconciliare il focus “interno” della psicoanalisi con il focus “esterno” della terapia comportamentale,  è quindi l’enfasi sulla comprensione delle dinamiche di personalità e sviluppo in termini di profezie che si autorealizzano e circoli viziosi e virtuosi, ossia i modi in cui i sentimenti e le azioni che derivano dagli stati interni dell’individuo elicitino risposte dagli altri che contribuiscono a mantenere o modificare questi stati interni.

Esiste un’enorme mole di evidenze circa l’estrema importanza per l’esito delle psicoterapie di fattori come la relazione terapeutica e l’alleanza terapeutica. Se vogliamo che la terapia abbia l’effetto benefico massimale per il paziente, secondo Wachtel, pari importanza deve essere data sia alla diretta esperienza della relazione terapeutica di per sé per promuovere il cambiamento (che sia attraverso un’esperienza emozionale correttiva o fornendo alla persona un nuovo oggetto “buono” o una risonanza empatica), sia al ruolo della la relazione come catalizzatore, come mezzo per promuovere il coinvolgimento del paziente in esperienze nuove e correttive al di fuori della stanza di consultazione. È primariamente nel mondo dove la persona vive che il cambiamento deve verificarsi.

Potete trovare l’articolo originale al seguente link: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25068191

Un punto di vista integrativo relazionale 

An integrative relational point of view

Wachtel PL

Psychotherapy (Chic). 2014 Sep;51(3):342-9. doi: 10.1037/a0037219.

Lascia un commento